giovedì 27 giugno 2013

Chiedi alla luna. Non puoi fuggire da te stesso.

Matthew Homes è un bambino di nove anni quando suo fratello Simon, affetto dalla sindrome di down, muore.
Questo avvenimento segna un punto di non ritorno per il bambino, che si trova di fronte a una situazione che non è in grado di gestire e capire fino in fondo.

Il rapporto con la madre depressa e iperprotettiva, il costante senso di colpa e l'incapacità di lasciare andare il ricordo del fratello accompagneranno Matthew nel corso della crescita, rendendo sempre più difficile distinguere la realtà dal ricordo e dalla fantasia, fino alla totale perdita di controllo e la conseguente diagnosi di schizofrenia.

Il libro, narrato in prima persona, appare come una sorta di confessione del protagonista che, quasi con intento catartico, decide di affidare alla carta stampata la sua versione dei fatti, il rapporto con i genitori e i nonni, Simon che ricomincia a parlagli attraverso le cose più semplici (l'acqua che scorre, il sole che filtra dalla finestra), la lenta ma inesorabile discesa verso la completa perdita di sincronia con il mondo, il rapporto con medici e assistenti sociali.
Attraverso le sue parole Matthew ci racconta tutto questo.
Ci mostra la sua malattia, ci spiega come sia un serpente strisciante che conosce tutto quello che lui stesso conosce e, proprio per questo, impossibile da ingannare, impossibile da fuggire.
Una malattia che gli ruba la vita.

Con il suo romanzo d'esordio, Nathan Filer, oltre che scrittore, infermiere specializzato nel seguire persone con problemi mentali, racconta ciò che vede tutti i giorni: uomini che hanno perso il contatto con la realtà ma che, come Matthew, portano in sé una loro verità e una loro visione del mondo.

Buona lettura,

Effe.
Chiedi alla luna,
Nathan Filer,
2013, Feltrinelli.

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