mercoledì 18 giugno 2014

Una vita banale, un miracolo letterario

William Stoner ha una vita che sembra essere assai piatta e desolata. Non si allontana mai per più di centocinquanta chilometri da Booneville, il piccolo paese rurale in cui è nato; mantiene lo stesso lavoro per tutta la vita; per quasi quarant'anni è infelicemente sposato alla stessa donna; ha sporadici contatti con l'amata figlia e per i suoi genitori è un estraneo; per sua ammissione ha soltanto due amici, uno dei quali morto in gioventù. 

La trama di questo libro è riassumibile così, in poche parole, in queste poche righe. E non sembra nulla di promettente vero? Eppure John Williams riesce a compiere un vero e proprio miracolo letterario: trasforma una storia banale e non troppo avvincente in un romanzo che ha dell'incredibile. Forse all'inizio vi chiederete come mai tutti ne parlano così bene, cosa ci avranno mai trovato di così eccezionale; be' non demordete, continuate a leggere e non potrete più farne a meno. Pagina dopo pagina non riuscirete ad abbandonare William Stoner, non riuscirete a non provare empatia e pietà per lui, per le vicende che affronta ma, soprattutto, per come le affronta.
Si tratta di un romanzo che, una volta terminato, ci si sente di consigliare perché parla di vita, una vita che all'apparenza può sembrare irrilevante ma che, in fondo, è pur sempre unica.

Stoner,
John Williams,
Fazi Editore, 2012

Buona lettura, 
Vi.

P.S. Degna di nota anche la postfazione di Peter Cameron; un modo eccellente per chiudere il libro ed essere certi di aver appena finito di leggere quello che, senza mezzi termini, si può definire un capolavoro.