venerdì 14 giugno 2013

Quando l'autore supera se stesso

Oskar, un newyorkese di nove anni a suo modo geniale, ama inventare singolari dispositivi. Inventa camicie di becchime per farsi trasportare in volo dagli uccelli in caso di emergenza, inventa un sistema di tubi collegato ai cuscini di tutti i letti di New York per raccogliere le lacrime di chi piange prima di dormire, riversarle nel laghetto del Central Park e mostrare ogni giorno il livello di sofferenza della sua città. A Oskar capita di piangere sul cuscino, da quando suo padre è morto nell’attacco alle Torri Gemelle. E per non soccombere sotto il peso di un dolore così violento e nuovo cerca la forza nella sua fantasia più che nell’abbraccio di chi gli è rimasto. Un giorno, non troppo per caso, in un vaso azzurro trovato nell’armadio del padre scopre una busta che contiene una chiave. Sul retro della busta c’è una scritta: «Black». Che serratura apre quella chiave? E se Black è un nome, chi è Black? Per scoprirlo Oskar intende bussare alla porta di tutti i Mr e Mrs Black della città, e se il suo viaggio per i distretti di New York non gli riporterà chi se n’è andato per sempre, gli restituirà un passato lontano che ha sconvolto la vita dei suoi nonni paterni e di un’intera generazione: il passato dell’Europa devastata dalla Seconda guerra mondiale. 

Non appassionarsi a questo libro è a dir poco difficile; le vicende vissute da Oskar per le strade di New York vi faranno ridere, piangere ma soprattutto riflettere. Si tratta di un romanzo con un alto numero di contenuti, partendo dall'attacco dell'11 settembre alle Torri Gemelle per arrivare, procedendo a ritroso nel tempo seguendo il filo dei ricordi dei famigliari di Oskar, fino ai disastri della seconda Guerra Mondiale. Episodi cruenti di violenza gratuita nei quali però traspare sempre un tema di fondo: l'amore. L'amore coniugale, il primo amore vissuto da adolescenti e, soprattutto, l'amore tra padre e figlio che non viene mai meno. Un libro da leggere tutto d'un fiato, grazie alla magistrale bravura di Foer nel coinvolgere il lettore e renderlo partecipe delle emozioni vissute dai personaggi.
Un romanzo reso unico nel suo genere anche dall'inserimento nel testo di immagini, fotografie, segni, colori e numeri tutti parte integrante della storia. Elementi che saltano subito all'occhio la prima volta che si sfoglia il libro, specialmente le ultime 14 fotografie finali che lasciano grande spazio all'immaginazione e a diverse interpretazioni. 
Vi farà sentire parte di un dolore che va molto al di là della tragedia di Manhattan: è il dolore di tutte le vittime civili dei conflitti, di tutte le città attaccate, di tutti gli amanti che la guerra ha separato per sempre.


 Molto forte incredibilmente vicino
Jonathan Safran Foer
Guanda 2005

Buona lettura, 
Vi.


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