martedì 4 giugno 2013

«Se tu avessi potuto scegliere, Georg, cosa avresti fatto?»

Georg Røed ha quindici anni e conduce una vita tranquilla. Un giorno trova una lettera che suo padre Jan gli aveva scritto prima di morire – quando Georg era ancora molto piccolo – e che aveva poi nascosto nella fodera del passeggino, affinché il figlio la potesse trovare una volta grande. In questa lettera il padre racconta la storia della “Ragazza delle arance”, da lui incontrata per caso su un tram di Oslo. Qui i due si scambiano un’occhiata fugace. Pochi minuti più tardi, il giovane crede che alla ragazza stia per cadere un grosso sacchetto di carta colmo di arance. Si lancia verso di lei, col risultato che tutte le arance finiscono sul pavimento. La ragazza gli dà del cretino, scende alla fermata successiva, gli chiede se può prendersi un’arancia, e il giovane annuisce sbigottito. Passano alcune settimane e i due si incontrano di nuovo in un caffè. Anche questa volta lei regge un grosso sacchetto pieno di arance. Per un intero, interminabile minuto i due si guardano. Poi, con un movimento pieno di grazia, la ragazza si alza ed esce dal caffè, con l’inseparabile sacchetto tra le braccia. Jan la vede con le lacrime agli occhi. I due, finora, si sono scambiato soltanto pochissime parole. Il resto è un mistero al quale Georg si appassiona immediatamente e che lo riguarda molto da vicino.

L’autore, Jostein Gaarder, nato a Oslo nel 1952, è più conosciuto per il suo romanzo Il mondo di Sofia, un trattato filosofico e sulla storia della filosofia sotto forma di romanzo, che lo ha reso famoso a livello mondiale.

Ne La ragazza delle arance Jostein Gaarder effettua una profondissima analisi sul senso della vita e sulla sua precarietà, attraverso un intrigante, e insieme ben riuscito, alternarsi delle due voci narranti: quella di Georg e quella del padre Jan, attraverso la lettera che gli ha lasciato. Quest’indagine che effettua l’autore è il filo conduttore di tutto il romanzo, accompagnato da un altro dei più grandi misteri nella vita di un uomo: l’amore. La ragazza delle arance compare e scompare continuamente dalla vita di Jan; e lui decide di spiegare, come può, questo fortissimo sentimento al figlio, ancora troppo piccolo forse per comprenderlo fino in fondo. All’interno della narrazione il padre fa una domanda ricorrente a Georg: «Se tu avessi potuto scegliere, Georg, cosa avresti fatto?»; quesito che l’autore, in realtà, pone direttamente ai suoi lettori, i quali, per poter rispondere, dovranno scavare profondamente all’interno di loro stessi.

Servono poche parole per poter definire questo romanzo, basti dire che si tratta di un gioioso inno alla vita, un invito al carpe diem, a consumare fino in fondo ogni giorno che ci viene dato.

Buona lettura,
Vi.

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