venerdì 6 settembre 2013

Il Libraio di Selinunte, pifferaio magico di parole.

Nicolino è stato bambino a Selinunte quando ancora la gente conosceva le parole, ora invece non è più così.
Da svariati anni, ormai, tutti gli abitanti della città si sono dimenticati il significato delle parole e con questo la capacità di esprimere qualcosa che vada oltre i bisogni basilari.
Nicolino, al contrario, non ha dimenticato nulla e sa perché è successo questo, è stato il libraio, quell'omino piccolo e brutto come un folletto che un giorno era comparso dal nulla e, senza chiedere nulla, aveva aperto una libreria dove i libri non si compravano ma si ascoltavano.
La gente si sa è malfidente, e quell'ometto, quel folletto maligno, proprio non lo vogliono; ne ridono, lo scansano,  lo temono, fino all'inevitabile tragedia.
Da questa tragedia assolutamente umana ne consegue una inspiegabile, insieme al Libraio spariscono anche tutti i libri e le parole.

In questo libro Vecchioni racconta di un bambino dall'animo sensibile che viene rapito dalla magia delle parole scritte, che si lascia trasportare da queste in un posto senza luogo né tempo e che scopre emozioni che non conosceva, eppure già erano dentro il suo cuore.
Il Libraio di Selinunte è un libro che racconta di come l'animo umano sia profondamente legato alla parola e si esprima tramite questa. La parola è il veicolo dell'anima.
Se la gente dimenticasse il significato delle parole e dei nomi, presto dimenticherebbe anche il significato delle cose, della storia e, infine, dei sentimenti.
La parola è il modo in cui la nostra anima si esprime, nei libri ci sono milioni, anzi miliardi, di parole e quindi milioni di anime ci vivono e sopravvivono.

Un testo adatto a chi ama leggere e ama i libri.
Una favola breve che si scaverà un posto nel vostro cuore, almeno per me è stato così!

Buona lettura,

Effe.
Il Libraio di Selinunte,
Roberto Vecchioni,
2004, Einaudi



Vi metto anche il link della canzone omonima!
Buon ascolto!


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